Heparin-binding protein: un nuovo biomarker nella gestione della sepsi

La sepsi è una grave condizione medica con alta morbilità e mortalità che presenta una serie di implicazioni a breve e lungo termine. Il riconoscimento precoce dei pazienti a rischio è estremamente importante.

La ricerca di un biomarcatore per la sepsi è stata paragonata alla ricerca del “Santo Graal”. La sepsi è una condizione eterogenea con segni clinici non specifici. I sintomi precoci sono spesso ambigui. Il 20% -30% dei pazienti con sepsi grave non presenta segni di disfunzione degli organi all’arrivo in ospedale, ma progredisce verso la sepsi grave entro le prime 24 ore dopo la valutazione iniziale al pronto soccorso. Ciò porta a una diagnosi e un trattamento ritardato, o talvolta a un sovratrattamento, evidenziando la necessità di un biomarcatore diagnostico precoce.

I biomarcatori sono indicatori misurabili dello stato biologico usati per diagnosticare e gestire condizioni critiche come la sepsi. Possono essere proteine, citochine, marcatori cellulari, miRNA e metaboliti. I biomarcatori aiutano a identificare pazienti idonei per una terapia, a categorizzare il rischio per un intervento e a predirne gli esiti. Sono utili per stratificare i pazienti in fenotipi biologici distinti, come iperinfiammatori o immunosoppressivi, e per valutare la permeabilità intestinale, quella della barriera emato-encefalica e l’evoluzione a lungo termine. Un biomarcatore ideale deve essere accurato, riproducibile e offrire specificità e sensibilità elevate.

L’Heparin Binding Protein (HBP), secreta dai neutrofili, è un promettente biomarcatore per la predizione della disfunzione degli organi causata dalla sepsi.

Come affermato da Wasson et al. nel 1985, un valido biomarcatore diagnostico della sepsi deve soddisfare quattro criteri:

  1. Plausibilità biologica: il biomarcatore proposto deve avere una spiegazione biologica coerente con il processo patogenetico della sepsi.
  2. Elevata sensibilità: specificità e valori predittivi positivi e negativi: il biomarcatore deve essere in grado di distinguere in modo accurato i pazienti con sepsi da quelli senza sepsi, fornendo valori di sensibilità e specificità elevati e valori predittivi positivi e negativi affidabili.
  3. Ampia riproducibilità al di fuori dell’istituzione o del laboratorio di sviluppo: il biomarcatore dovrebbe essere valido e riproducibile anche in contesti diversi da quelli in cui è stato sviluppato inizialmente.
  4. Convalida in una o più coorti di pazienti indipendenti: il biomarcatore deve essere testato e validato in coorti di pazienti diverse e indipendenti da quella di origine per confermarne l’efficacia e l’applicabilità.

Nessuno dei biomarcatori diagnostici proposti fino ad oggi soddisfa tutti questi criteri, mentre l’HBP risponde ai 4 criteri candidandosi come biomarcatore d’elezione per diagnosticare in tempi rapidi l’evoluzione verso uno stato di sepsi grave con disfunzione d’organo:

  1. Plausibilità biologica: L’HBP è conservata nei neutrofili, i primi ad intervenire ai patogeni. È già prodotta indipendentemente dalla risposta o meno a uno stato patogenico. Viene escreta rapidamente attraverso vescicole secretorie in risposta a un’infezione. È un induttore di permeabilità vascolare e altre risposte infiammatorie di rilevanza nella sepsi. Viene rilasciata in risposta alle strutture batteriche.
  2. Alta sensibilità, specificità e valori predittivi positivi e negativi affidabili: L’HBP presenta una sensibilità, specificità e valori predittivi positivi e negativi dell’87,1%, 95,1%, 88,4% e 94,5%, rispettivamente. Negli studi svolti l’HBP è risultato superiore rispetto a PCT, CRP, WBC, IL-6 e lattato.
  3. Ampia riproducibilità al di fuori dell’istituzione di sviluppo: L’HBP come biomarcatore di sepsi e disfunzione d’organo è stato convalidato da diversi gruppi di ricerca indipendenti.
  4. Validato in coorti di pazienti indipendenti: in uno studio multicentrico internazionale condotto in Svezia, USA e Canada, l’HBP è risultato il miglior marcatore nella diagnosi e previsione della disfunzione d’organo rispetto a PCT, CRP, WBC e lattato.

È stato dimostrato che i pazienti con sepsi esprimono livelli elevati di HBP nel plasma diverse ore prima che si sviluppi ipotensione o disfunzione degli organi. HBP ha un ruolo importante nella fisiopatologia delle gravi infezioni batteriche e rappresenta quindi un marcatore diagnostico ideale di sepsi.

Autore: Stefano Michienzi

Fonti:

  • Fisher J, Linder A. Heparin-binding protein: a key player in the pathophysiology of organ dysfunction in sepsis. J Intern Med. 2017 Jun;281(6):562-574.
  • Wasson JH, Sox HC, Neff RK, Goldman L. Clinical prediction rules. Applications and methodological standards. N Engl J Med 1985; 313: 793–9.

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