Dietro le Quinte dell’VEQ: Caratteristiche, Capacità, Benefici e Aspetti Fondamentali della Valutazione Esterna della Qualità (VEQ) – Parte 2 – Cicli VEQ

Dietro le Quinte dell’VEQ: Caratteristiche, Capacità, Benefici e Aspetti Fondamentali della Valutazione Esterna della Qualità (VEQ) – Parte 2

Nel nostro viaggio all’interno del mondo della Valutazione Esterna della Qualità (VEQ), dopo aver esplorato nella prima parte le finalità e le logiche alla base di questi strumenti fondamentali per la diagnostica di laboratorio, entriamo ora nel cuore pulsante della VEQ: i cicli VEQ. Questi non sono semplici esercizi tecnici, ma veri e propri percorsi strutturati che riflettono l’impegno dei laboratori nel garantire l’affidabilità dei risultati e la sicurezza del paziente.

Comprendere come si articola un ciclo VEQ è essenziale per apprezzarne il valore non solo come strumento di controllo, ma anche come motore di miglioramento continuo e di responsabilizzazione professionale.

I cicli VEQ: il cuore operativo del sistema

Un ciclo VEQ (EQA cycle) può essere visto come un’unità funzionale autonoma e ricorrente all’interno di un programma VEQ. Ogni ciclo segue una struttura ben definita, dalla progettazione del campione fino alla valutazione finale delle performance analitiche del laboratorio. Si tratta di un percorso che simula condizioni reali, utilizzando materiali di prova standardizzati per monitorare l’accuratezza delle misure di laboratorio in modo indipendente e oggettivo.

Questi cicli sono progettati per rispecchiare il più possibile la pratica clinica quotidiana e mettono alla prova non solo le performance strumentali, ma anche l’intero processo analitico del laboratorio, dalla ricezione del campione alla refertazione.

Ciclo VEQ. I cicli VEQ sono componenti essenziali dei programmi di Valutazione Esterna della Qualità in corso, attraverso i quali i partecipanti ricevono regolarmente delle prove sotto forma di campioni da analizzare. La responsabilità di ciascuna fase del processo ricade sul provider VEQ, con l’eccezione dell’analisi dei campioni, dell’invio dei risultati al provider e della revisione dei report VEQ, che devono invece essere svolti dai partecipanti. (Fonte: https://www.degruyter.com/document/doi/10.1515/cclm-2024-1289/html)

Selezione dei misurandi e progettazione dei campioni

La fase iniziale del ciclo prevede una meticolosa progettazione dei campioni VEQ. Il provider seleziona i misurandi (le analiti da valutare) tenendo conto delle esigenze cliniche e delle criticità osservate nei cicli precedenti. Viene stabilito l’intervallo di concentrazione di ciascun misurando per rappresentare situazioni clinicamente rilevanti, comprese quelle ai limiti della sensibilità dei metodi.

L’obiettivo in questa fase non è semplicemente “testare”, ma costruire un vero scenario sfidante, che metta alla prova le capacità del laboratorio nel riconoscere correttamente valori patologici, borderline o critici.

Inoltre, i campioni vengono formulati per essere commutabili: cioè per comportarsi nei diversi sistemi analitici come un vero campione di paziente. Questo è un criterio cruciale per garantire che i risultati ottenuti siano realmente trasferibili alla pratica clinica.

L’invio dei campioni e l’inizio del ciclo

Una volta preparati, i campioni vengono distribuiti ai laboratori partecipanti. Questo avviene in modo coordinato, affinché tutti ricevano il materiale nello stesso arco temporale e possano processarlo in condizioni comparabili.

Nel momento in cui il laboratorio riceve il campione, inizia il ciclo. I professionisti analizzano il materiale secondo le stesse procedure che utilizzerebbero con un campione di paziente reale. Non devono esserci adattamenti o ottimizzazioni ad hoc: la VEQ valuta la performance “reale” del laboratorio nel suo contesto di routine.

L’invio dei risultati: una fotografia dell’accuratezza

Dopo l’analisi, i laboratori inseriscono i risultati in una piattaforma online predisposta dal provider. Insieme ai dati numerici, vengono spesso richieste anche informazioni di supporto: tipo di strumento, reagenti utilizzati, metodi di calibrazione, standard interni. Tutti questi dettagli sono fondamentali per attribuire correttamente le differenze analitiche.

Una volta raccolti i dati, il provider inizia la fase più importante: la valutazione comparativa delle performance.

Analisi delle performance: molto più di un confronto numerico

I risultati vengono confrontati con valori di riferimento, che possono derivare da diverse fonti:

  • Valori assegnati da metodi di riferimento (ad esempio, secondo il sistema JCTLM)

  • Media robusta dei partecipanti con lo stesso metodo

  • Consensus value, ossia la media statistica di tutti i risultati (in mancanza di standard di riferimento)

Inoltre, viene calcolata la deviazione accettabile per ciascun misurando: una soglia che determina se la performance è accettabile, marginale o fuori controllo. I criteri di accettabilità possono derivare da:

  • Specifiche basate sulla biologia clinica (es. TEa – total error allowable)

  • Norme internazionali (es. ISO 15189, ISO 13528)

  • Criteri statistici stabiliti dal provider

Il risultato finale è una valutazione oggettiva della precisione, accuratezza e tracciabilità del sistema analitico.

Il feedback: un alleato per la qualità

Terminata la valutazione, il provider invia ai laboratori un rapporto dettagliato che mostra:

  • La distanza dal valore target

  • Il confronto con i laboratori dello stesso gruppo metodologico

  • L’andamento nel tempo (trend storico, se disponibile)

  • I risultati degli altri partecipanti (in forma anonima)

Questo report non è una semplice “pagella”, ma un vero strumento di miglioramento continuo: consente di individuare precocemente criticità, disallineamenti o anomalie sistematiche, permettendo al laboratorio di intervenire tempestivamente.

Quando le performance sono critiche: le azioni correttive

Se un laboratorio presenta una performance fuori dai limiti accettabili, è chiamato a riflettere sulle cause e ad attivare un piano di azioni correttive. Questo processo può includere:

  • Verifica del sistema di calibrazione

  • Controllo dei materiali di riferimento

  • Aggiornamento delle procedure operative standard

  • Formazione del personale

In alcuni casi, il laboratorio può decidere di ripetere l’analisi o richiedere un ciclo extra per verificare l’efficacia delle correzioni implementate.

Conclusione: il ciclo VEQ come processo di crescita professionale

Ogni ciclo VEQ non è soltanto un obbligo normativo o una richiesta dell’accreditamento. È, piuttosto, un’opportunità concreta per rafforzare la cultura della qualità, migliorare l’affidabilità analitica e soprattutto contribuire alla sicurezza clinica del paziente. Partecipare attivamente e con spirito critico alla VEQ significa impegnarsi nella costruzione di un laboratorio più solido, competente e responsabile.

In definitiva, la VEQ non è solo un controllo: è un dialogo continuo tra laboratori e provider, tra dati e consapevolezza, tra numeri e responsabilità professionale.

Autore: Stefano Michienzi

Fonte: Behind the scenes of EQA – characteristics, capabilities, benefits and assets of external quality assessment (EQA)
Part II – EQA cycles

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