Una nuova terapia per il tumore al seno metastatico ne riduce il rischio di mortalità del 34%

In Italia oltre 40 mila donne vivono con una diagnosi di carcinoma mammario metastatico.

In Italia oltre 40 mila donne vivono con una diagnosi di carcinoma mammario metastatico che spesso non è suscettibile di guarigione ma che può essere tenuto sotto controllo per lunghi periodi. Molto deve essere fatto in termini di ricerca clinica per le pazienti con carcinoma della mammella metastatico HER2 positivo.

L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha approvato il rimborso per una nuova terapia mirata, tucatinib, in combinazione con l’anticorpo monoclonale (trastuzumab) e chemioterapia (capecitabina) per le pazienti con tumore del seno metastatico che sovraesprimono la proteina HER2 (HER2+). La combinazione con tucatinib riduce il rischio di morte del 34%. In aggiunta, il 29% dei pazienti trattati con tucatinib, rispetto al 14% del gruppo di controllo, non avevano progressione della malattia.

Fino al 50% delle pazienti HER2 positive sviluppa metastasi cerebrali. Tucatinib, è in grado di bloccare la replicazione delle cellule tumorali in modo molto efficace, permettendo di ridurre il rischio di morte del 34% in tutta la popolazione studiata e, addirittura, del 52% nelle pazienti con metastasi cerebrali.

Lo studio HER2CLIMB, pubblicato sul New England Journal of Medicine, che ha portato all’approvazione della molecola in Europa a febbraio 2021, ha valutato l’aggiunta di tucatinib a trastuzumab e alla chemioterapia in 612 pazienti con carcinoma mammario metastatico HER2 positivo con e senza metastasi cerebrali, precedentemente trattati. Questo inibitore delle tirosin chinasi è sufficientemente piccolo da attraversare la barriera ematoencefalica e raggiungere il cervello, bloccando direttamente lo stimolo di proliferazione della proteina HER2. A 24 mesi, tucatinib ha dimostrato una sopravvivenza globale quasi raddoppiata nelle pazienti con metastasi cerebrali (48,5%) rispetto al braccio di confronto (25,1%).

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